Appunti Audio 0001 – Campi della Ripresa Microfonica
CAMPI DELLA RIPRESA MICROFONICA
Nella ripresa microfonica, il “campo” di ripresa può essere classificato in 4 tipi:
- 1-ripresa di prossimità – che intende catturare in maniera molto selettiva il punto di maggiore incidenza, dove viene meccanicamente prodotto il suono (esempio: il punto preciso in cui il plettro o le dita pizzicano le corde di una chitarra acustica).
- 2-ripresa di corpo – che intende catturare il fronte principale di emissione di uno strumento (esempio: una ripresa molto selettiva dell’intera tavola armonica frontale di una chitarra acustica)
- 3-ripresa di diffusione – come il punto 2 , ma un po’ più lontano per catturare un po’ di suono proveniente dai lati e dal retro dello strumento e un po’ del suono dell’ambiente
- 4-ripresa di ambiente – cerca di catturare soprattutto la risonanza naturale dell’ambiente e secondariamente quella dello strumento.
Ciò si ottiene modulando la distanza e la posizione dei microfoni.
In live le uniche riprese utilizzabili sono la 1 e la 2, talvolta soltanto la 1.
In studio, se lo strumento da riprendere ha una funzione prioritaria nel mix, può essere consigliabile utilizzare contemporaneamente più campi di ripresa, avendo cura di correggere con attenzione, tramite un delay, gli inevitabili slittamenti di fase che ne derivano. Intal caso si potrà dosare a paicimento l’incidenza di ciascun piano di ripresa utilizzato.
Una ripresa particolarmente efficace è la seguente: la ripresa contemporanea in stereo del tipo 1, molto ravvicinata, facendo coincidere le capsule dei microfoni per prevenire qualunque sfasamento + la ripresa in mono del tipo 3. Sarà necessario “ritardare” in misura opportuna il segnale audio dei microfoni della ripresa 1 rispetto a quello della ripresa 3 per mettere perfettamente in fase tutti e 3 i microfoni.
Se tutto è fatto con precisione, si otterranno 3 tracce da mixare e processare indipendentemente e un grande realismo nella ripresa.
Anche una ripresa stereo di tipo 2 e un’altra contemporanea stereo del tipo 4 può essere utilizzata con ottimi risultati, talvolta ancora migliori, ma è consigliabile solo se il mix è molto rarefatto, altrimenti è consigliabile quella descritta precedentemente.
Tali considerazioni generali sono applicabili un po’ a tutte le sorgenti, pur con le varianti del caso, che possono differire anche notevolmente nel caso di riprese molto larghe come nel caso del pianoforte a coda, dell’organo a canne e di un coro, giusto per citare qualche esempio.
In questi casi occorrono varie altre considerazioni.
Va da sé poi che ogni sorgente e ogni campo di ripresa prevedono tipi di microfoni anche molto diversi, se si vuole ottimizzare il tutto, ma di questo si parlerà in un altro post.
SPERO CHE IL POST SIA STATO UTILE
Saluti a tutti gli interessati.
Alessandro Fois – EM MUSIC
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